Mukashimukashi (C'era una volta) un giovane uomo di nome Ono.
Un giorno egli incontrò una bellissima signora nei pressi di una vasta
palude. Fu amore a prima vista per entrambi e ben presto divennero
amanti. Un anno dopo decisero di sposarsi e iniziarono a vivere insieme
felici e innamorati.
Dopo qualche anno la donna rimase incinta e diede alla
luce un bellissimo bambino, proprio lo stesso giorno in cui anche il
cane della coppia mise al mondo il suo cucciolo. Col trascorrere del
tempo però iniziò ad accadere un fatto strano: ogni volta che la moglie
di Ono tentava di avvicinarsi al cucciolo questi iniziava ad abbaiare e a ringhiare furiosamente.
La cosa non migliorò affatto con il crescere della bestiola e perciò la
donna cominciò ad evitare il cane ed era sempre molto tesa quando lo
sapeva nelle vicinanze.
Un giorno, nonostante le precauzioni prese, il cane aggredì violentemente la donna che cercò di fuggire dall'animale correndo disperatamente. Messa però alle strette in un angolo dovette svelare la sua vera natura e si trasformò in una volpe, in modo da spaventare il cane e farlo allontanare.
Quando si avvide che il marito aveva assistito alla scena, fu presa dal panico, scavalcò la recinzione e cercò di fuggire.
Un giorno, nonostante le precauzioni prese, il cane aggredì violentemente la donna che cercò di fuggire dall'animale correndo disperatamente. Messa però alle strette in un angolo dovette svelare la sua vera natura e si trasformò in una volpe, in modo da spaventare il cane e farlo allontanare.
Quando si avvide che il marito aveva assistito alla scena, fu presa dal panico, scavalcò la recinzione e cercò di fuggire.
Mentre stava scappando, Ono la chiamò dicendole:
"Potrai anche essere una volpe, ma io ti amo ancora e il
mio cuore sarà tuo per sempre. Io voglio continuare a vivere con te e
ogni volta che vorrai tornare a casa, sarai sempre la benvenuta".
Quella notte la donna tornò a casa dal marito e dal
figlio e così fece la notte seguente e quella dopo e quella dopo ancora e
così per il resto dei suoi giorni. Dormiva serena fra le sue braccia e
vissero così felici e contenti.
Da quel giorno in poi, la volpe è stata chiamata Kitsune, perché "Kitsu-ne" vuol dire arrivare e dormire, mentre "ki-Tsune" significa sempre.
Fonte consultata:
www.japanloverme.com
Da quel giorno in poi, la volpe è stata chiamata Kitsune, perché "Kitsu-ne" vuol dire arrivare e dormire, mentre "ki-Tsune" significa sempre.
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