venerdì 29 agosto 2008

Repubblica.it: «Miyazaki e Mamoru Oshii maestri contro la guerra»

Vi riporto di seguito un articolo di Luca Raffaeli pubblicato su 'Repubblica.it' e intitolato «Miyazaki e Mamoru Oshii maestri contro la guerra»:
"Repubblica — 27 agosto 2008 «Puoi cambiare il lato della strada che tu percorri ogni giorno. Anche se la strada è la stessa, c' è sempre qualcosa di nuovo da vedere». Così ha inizio il monologo di Yuichi, uno dei protagonisti di The Sky Crawlers, il nuovo lungometraggio animato diretto da Mamoru Oshii, uno dei maestri del cinema giapponese: Yuichi è un "kildren" (bambino killer) costretto ad essere pilota in un mondo immaginario in cui la guerra è uno spettacolo in mondovisione. The Sky Crawlers è uno dei due cartoni giapponesi in concorso a Venezia.

L' altro è Ponyo on a Cliff by the Sea di Hayao Miyazaki, altro maestro che due anni fa proprio a Venezia ha ricevuto da Marco Muller il Leone d' oro alla carriera.
Ponyo, storia di un pesciolino che vuole diventare umano, è il ritorno di Miyazaki ad un film per bambini e a un successo clamoroso: da più di un mese in Giappone è in testa alla classifica degli incassi.
The Sky Crawlers, uscito in patria il 2 agosto, ha debuttato al settimo posto, ma è stato salutato da critiche entusiastiche, che ne hanno sottolineato il carattere antimilitarista.

Signor Mamoru Oshii, crede che ormai non ci sia più alcuna possibilità di dialogo tra mondo dei ragazzi e mondo adulto?
«Il concetto di bambino come "persona" in Europa è nato solo di recente. Per contro, ci sono Paesi in cui i bambini vengono arruolati come soldati da quando hanno 10 anni. Prima di discutere sulla possibilità di dialogo, esiste un problema a priori, legato al passaggio al mondo adulto e al modo in cui gli adulti vedono e considerano quello che è "bambino"».
The Sky Crawlers descrive un mondo parallelo, in cui la guerra diventa una forma di spettacolo: siamo già a questo punto?
«Ci stiamo arrivando. Nel film, la guerra è combattuta tra due compagnie militari private. A quanto mi risulta, il 20% delle unità impegnate in Iraq sono gestite da compagnie private. Ma la guerra come show è già stata realtà nella guerra del Golfo. L' unificazione temporale del pianeta è sicuramente il presupposto fondamentale per ogni evento che si voglia proporre come "spettacolo". O che finisce per diventare tale».
L' uomo e la macchina: possono convivere felicemente?
«I giapponesi non hanno una particolare resistenza nel proiettare le proprie emozioni sugli oggetti, essendo l' animismo una componente fondamentale della nostra cultura. Ma la realtà ha finito per inseguire l' animazione. Il network di cui si parla nel mio Ghost in the Shell è ora presente nella nostra realtà quotidiana sotto forma dei più avanzati terminali mobili, che chiamiamo impropriamente "telefonini". Il terminale è nelle nostre tasche e non nel cervello, ma il concetto è fondamentalmente identico»

E nel suo nuovo film?
«Qui il rapporto tra uomo e macchina non è necessariamente il tema principale, ma ho deciso di utilizzare aerei ad elica perché per poter controllare la macchina il pilota deve utilizzare la propria forza muscolare. Volevo comunicare la tensione che si sviluppa durante un combattimento, mentre gli spettatori perdono la consapevolezza che le persone muoiono davvero».
Anche in questo film lei narra della possibile convivenza del nuovo con la cultura del passato: è possibile?
«E' un tema fondamentale. Proteggere il patrimonio culturale rischia di causare la stagnazione culturale. Ciò che si vede al Louvre non è cultura, è un archivio privo di collegamenti con la vita delle persone. I giapponesi, all' opposto, vivono in un adesso continuo e mutevole, e sono probabilmente il punto più avanzato nel campo della distruzione del vecchio. Mi sorge spesso la domanda su quale sia la differenza tra noi e i talebani...».
I suoi film hanno influenzato molte produzioni americane: le fa piacere?
«Quando vidi Matrix, trovai imbarazzante che a Hollywood avessero riprodotto in un film dal vero ciò che fino a quel momento noi avevamo fatto in animazione. Anche se l' animazione giapponese nasce ispirandosi a Hollywood: a dimostrazione che nulla nasce dal nulla».

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