I due mangaka sono nella lista dei 14 fumettisti che quest’anno si
contenderanno i quattro posti disponibili nella prestigiosa Hall of
Fame. Insieme a loro proposti anche Alan Moore e Dennis O’Neil.
Gli Eisner Awards sono dal 1988 i riconoscimenti più
importanti conferiti nel mondo dell’arte sequenziale, dei veri e propri
“Oscar del fumetto”. Collegata a questi premi è anche la Eisner Award Hall of Fame, in cui ogni anno hanno la possibilità di entrare pochi selezionati fumettisti.
Quest’anno saranno sette i maestri che faranno compagnia a leggende come lo stesso Will Eisner,
Carl Barks e Jack Kirby (i primi a essere ammessi nel 1987); tre nomi
sono già stati scelti dalla giuria degli Awards, gli altri quattro
verranno fuori da un sondaggio online riservato a addetti del settore
certificati (altri fumettisti, rivenditori ed editori ecc.) a cui è
stata presentata una rosa di 14 candidati.
I tre nomi già decisi sono: Irwin Hasen, disegnatore di Flash e Lanterna Verde nella Golden Age; Orrin C. Evans, fondatore e sceneggiatore di All-Negro Comics, la prima rivista (1947) interamente scritta e disegnata da Afro-Americani; Sheldon Moldoff, storico disegnatore di Batman e co-creatore tra gli altri di Poison Ivy e Batwoman.
Nella lista dei 14 in competizione per i quattro posti rimanenti
troviamo personalità del mondo del fumetto provenienti da tutti i tipi
di scuole e da diverse nazioni: Gus Arriola, Howard Cruse, Philippe
Druillet, Rube Goldberg, Fred Kida, Hayao Miyazaki, Tarpé Mills, Alan Moore, Francoise Mouly, Dennis O’Neil, Antonio Prohias, Rumiko Takahashi, George Tuska e Bernie Wrightson. La pagina
di approfondimento sul sito del Comic-Con, tra gli organizzatori
dell’evento, è ricca di informazioni sui loro meriti. Le votazioni
saranno aperte fino al 31 Marzo, mentre la premiazione si terrà il 25
Luglio.
Meriti nel campo del fumetto ne ha sicuramente Hayao Miyazaki,
conosciuto soprattutto come regista di anime per lo Studio Ghibli: tra i
suoi manga più famosi troviamo lavori dalla qualità altissima che
avrebbe poi trasformato in film, come Nausicaa della Valle del Vento (pubblicato in Italia da Planet Manga) e Kaze Tachinu. Anche adesso che si è ritirato come regista sta realizzando un manga storico ambientato nel medioevo giapponese.
Rumiko Takahashi, detta “la regina dei manga”, non ha bisogno di presentazioni per il pubblico italiano: i suoi manga, da Lamù (Urusei Yatsura) a Rinne, passando per Ranma 1/2, Maison Ikkoku e Inuyasha (tutti pubblicati da Star Comics) sono tra i più conosciuti dai lettori del nostro paese, grazie anche alle loro trasposizioni animate.
Eventualmente i due mangaka andrebbero ad aggiungersi nella Hall of Fame ai loro colleghi Osamu Tezuka (“il Dio dei manga”, padre per dirne uno di Astro Boy), Kazuo Koike e Goseki Kojima (Lone Wolf and Cub), e Katsuhiro Otomo (Akira).
L’Italia purtroppo ha un solo (ancorché validissimo) rappresentante: il creatore di Corto Maltese, Hugo Pratt, entrato nella Hall of Fame nel 2005.
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