Le recenti dichiarazioni rilasciate dal Primo ministro giapponese Taro Aso, nelle quali veniva affermata la forte intenzione di promuovere il soft power (manga e anime) del Giappone, hanno portato il governo nipponico a istituire un fondo per sostenere l’espansione in tutto il mondo del settore mediatico ma, in particolare, quello dell’animazione. L’operazione, denominata “Fondo per lo Sviluppo d’Oltremare”, prenderà il via in autunno grazie ai finanziamenti della “Organizzazione per la Riforma Industriale” (una grande Istituzione a partecipazione sia pubblica che privata costituita lo scorso luglio), e sosterrà oltremare le licenze nipponiche e gli investimenti in compagnie di produzione straniere. Secondo il segretariato del Gabinetto giapponese, i redditi provenienti da investimenti all'estero nel 2004 hanno rappresentato l'1,9% di tutta la produzione dell'industria dei media, poco se paragonata al 17% di quella americana. Il ministro giapponese dell'Economia, del Commercio e dell'Industria progetta di incrementare la percentuale di profitti esteri per poter rivaleggiare con le cifre di quella americana. Ricordiamo che il Primo ministro Taro Aso ha promesso lo scorso mese 4 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2020, 500.000 dei quali da collocare nel cosiddetto “potere leggero”, ovvero il settore degli anime, dei manga e della cultura. «La parola “manga” è entrata nel lessico globale... il Giappone crea prodotti che attirano consumatori da tutto il mondo grazie alle produzioni di anime e videogiochi», ha sottolineato il Premier, giurando anche di portare il prodotto interno lordo del Paese ad un incremento di 120 trilioni di yen (circa 1 trilione di euro) entro i prossimi dieci anni.
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