"Italia e Giappone: due realtà molto distanti, con tante differenze in qualsiasi ambito della vita, dell’economia e della politica. Ma è soprattutto l’uso intelligente dell’editoria applicata al fumetto che rende i giapponesi così distanti dal nostro “microcosmo” fumettistico. Ma andiamo con ordine. Giappone, 1959: la Kodansha lancia sul mercato una delle prime riviste dedicate al mondo dei manga, Shōnen Magazine, entrando così nel mondo dell’editoria giapponese con un prodotto (quasi) totalmente nuovo. “Quasi” perché nello stesso anno la Shogakukan (che successivamente fonderà un’altra casa editrice, la Shūeisha) pubblica Shōnen Sunday, un’altra rivista di fumetti. Quasi 10 anni dopo sarà la Shūeisha a pubblicare la rivista che più di tutte ha reso famosi i manga nel mondo, ovvero quel Shōnen Jump che ha visto (e vede) tra le sue pagine serie cult come Dragonball, Naruto, One Piece e Bleach. Ed è proprio dopo l’avvento di Shōnen Jump che le riviste di manga conoscono il primo vero boom editoriale. Il fumetto è riuscito a dare fiato all’economia giapponese che, proprio in quegli anni, iniziava una nuova fase di industrializzazione che di li a poco li avrebbe portati ad essere una delle più grandi superpotenze economiche del mondo.
Dopo questa lunga ma doverosa precisazione sul mondo editoriale giapponese, torniamo un attimo a casa nostra ed analizziamo quello che succede (e succedeva) da noi con le riviste dedicate ai fumetti.
La più famosa e purtroppo ormai estinta rivista di fumetti italiana è sicuramente il Corriere Dei Piccoli, supplemento del Corriere Della Sera che risale al lontanissimo 1908 e che ha visto tra le sue pagine artisti della letteratura e del fumetto come Gianni Rodari, Benito Jacovitti, Hugo Pratt, Leone Cimpellin, Grazia Nidasio e tantissimi altri. Insomma, una rivista si dedicata ai giovanissimi, ma carica di uno spessore culturale/artistico molto al di sopra della media. Successivamente sono nate tante altre riviste che sono diventate con il tempo delle pietre miliari della nostra editoria: Il Giornalino, L’Intrepido e Lanciostory sono sicuramente le tre riviste che tutti noi lettori assidui di fumetti conosciamo e veneriamo. Purtroppo solo il Giornalino è ancora in pubblicazione, e da qui parte una piccola ma importante riflessione.
A parte le tantissime pubblicazioni di case editrici indipendenti (Talk Ink di Cagliostro ad esempio), le riviste di fumetto italiane stanno scomparendo una ad una. Abbiamo una tradizione editoriale che negli anni ci ha contraddistinto nel mondo e ce la stiamo “fumando” per lasciare spazio a cosa? Certo, l’editore ha perfettamente ragione quando cerca di lanciare sul mercato riviste che gli permettano di “portare il pane a casa” (soprattutto in tempi di crisi), ma un po’ di coraggio e soprattutto uno sguardo ad oriente non guasterebbe. Quando dico “uno sguardo ad oriente” penso a Shōnen Jump, che è pubblicato con carta riciclata e a basso costo, con inserti pubblicitari e tantissime soluzioni editoriali che permettono alla Shūeisha di vendere la rivista ad un prezzo competitivo. Perché non lo facciamo anche noi in Italia? Certo, un primo timido tentativo è stato fatto dalla Star Comics con la rivista Express (estinta anch’essa), ma da qui al sistema editoriale giapponese il divario è ancora enorme. Purtroppo dobbiamo fare i conti con tantissime problematiche di natura economica, ma spero con tutto il cuore che prima o poi anche da noi le cose cambino… una speranza che, mi auguro, possa diventare presto realtà."
Sono perfettamente daccordo con lui e mi permetto di far notare anche altri due chiamiamoli tentativi... le riviste contenitore della allora Play Press (defunte quasi subito...): Yatta e Shogun.. (che costavano la bellezza di 5.00 euro l'uno !!!! O__o)
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