
I primi tre cofanetti della ristampa di Tetsujin 28-go riproporranno in 20 volumi il manga (formato B5) nella versione riveduta e corretta pubblicata da Kobunsha tra il 1964 e il 1966; i box 4 e 5 (7 volumi) vanno ancora più indietro riconsegnando al pubblico – pagine a colori comprese – la primissima versione dell’opera apparsa su rivista (formato A5) a partire dal 1956 e raccolta in monografico tra il 1958 e il 1961. I box di Shogakukan saranno in vendita a cadenza mensile da gennaio fino a maggio 2011.
La serie inizia nel luglio del 1956 sulle pagine di Shonen Magazine, la stessa rivista che ospitava anche Tetsuwan Atom di Osamu Tezuka. L’idea che il robot potesse essere sia strumento di salvezza che di distruzione in base alla persona che lo conduceva era in qualche modo ispirata dalla storia di Frankenstein, mentre il suo design semplice e goffo “a caffettiera” era suggerito dalle armature dei cavalieri occidentali. Il concetto di robot gigante era assolutamente innovativo in quegli anni: Tetsujin 28 è infatti il primo vero esemplare di robot gigante nella storia dell’animazione e dei manga, modello anche per gli ancora lontani mecha di Go Nagai che avrebbero cominciato a invadere il Giappone a partire dal 1972.

La guerra, tuttavia, è ormai conclusa e lo scienziato muore poco prima di completare il suo colosso d’acciaio radiocomandato. Piuttosto che lasciarlo all’esercito come arma di distruzione di massa, Kaneda lo affida al piccolo figlio prodigio, Shotaro, che a soli 10 anni è già un famoso detective di Tokyo. Grazie a Tetsujin 28, Shotaro combatterà la criminalità organizzata, il terrorismo e qualunque altra opera dell’ingegno deviato. Il successo della serie fu tale da ottenere già nel 1963 una trasposizione animata in bianco e nero (!) cui sono seguite, fino al 2008, altre tre serie animate, un film live-action, due manga remake e una pellicola d’animazione per il cinema.
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