martedì 13 maggio 2008

First Look Japan

La redazione di Animeye ha deciso di dedicare un piccolo speciale ad alcune interessanti serie comparse sulla TV giapponese negli ultimi 2 anni, alcune delle quali probabilmente non vedranno mai luce in Italia, mentre altre, come Claymore, dovrebbero vedere acquisiti i loro diritti a breve.
Gli anime trattati in questo special sono: Welcome To N.H.K., forse il “best of” del 2006; Claymore, serie medievaleggiante che strizza chiaramente l’occhio a Berserk; Higurashi, horror di spicco che certamente merita la visione; Shigurui, il medioevo giapponese più dark e sanguinoso visto finora.

N.H.K. Tra quelle elencate, la produzione Studio Gonzo è probabilmente quella che più merita attenzione, vuoi per lo stile particolare, vuoi per le tematiche messe in campo, tutte di primaria importanza. La storia s’incentra su un giovane hikikomori (persone che si sono ritirate dalla vita sociale da almeno sei mesi, solitamente ragazzi) di nome Tatsuhiro Sato.
Questi, ormai giunto a uno stadio di semi-follia, elabora una stramba teoria delle cospirazioni, al centro della quale c’è l’N.H.K., emittente televisiva giapponese simile alla nostra RAI. Sato, dal fatto che l’N.H.K trasmette molti anime, pane quotidiano di gran parte degli hikikomori, giunge alla conclusione che N.H.K significhi Nippon Hikikomori Kyokai (Associazione degli hikikomori giapponesi) e che questa, pur criticando il fenomeno hikikomori nei suoi notiziari, lo inciti invece nascostamente poiché ne ricava grandi guadagni. Ad interrompere la sua vita paranoica e delirante arriva un giorno una simpatica ragazza, la quale, senza rivelare niente su se stessa, dichiara di conoscere il modo per farlo uscire dal suo isolamento cronico, purché egli acconsenta ad ascoltarla.

Misaki, questo il suo nome, è comunque anch’essa molto fragile, introversa e , come ci viene mostrato fin dall’inizio, dotata di scarsa fiducia nel prossimo (basti pensare che, per assicurarsi l’”obbedienza” di Sato, gli fa firmare un contratto con tanto di multa).
Seguendo le vicende di Sato, il regista Yusuke Yamamoto ci offre un’interessante spaccato del disastro del modo di vivere giapponese, dagli otacu “fissati”, presentati nella figura del vicino di casa di Sato, ai dipendenti da MMORPG, ai cosiddetti suicidi di gruppo, pratica che ultimamente si sta diffondendo in Sol Levante. In definitiva Welcome To N.H.K. è un anime di primaria importanza, che getta luce sulla solitudine e l’estraniazione moderna, sempre più tipica delle grandi metropoli tecnologiche di cui Tokyo è l’apice. Il tutto con vari mezzi, tra cui spesso figura il ridicolizzare le stesse fobie analizzate.

Claymore Se avete amato Berserk, se siete in cerca delle stesse atmosfere dark fantasy-medievale, dello stesso equilibrio tra caratterizzazione dei personaggi e combattimenti mozzafiato, allora Claymore fa al caso vostro. Come il suo illustre predecessore, è tratto da un fumetto omonimo ancora in corso di pubblicazione in Giappone e in Italia (presso Starcomics), giunto per ora al numero tredici. Le vicende di Claymore si svolgono in un medioevo fantasy, disegnato con tinte fosche e popolato da creature mostruose chiamate Yoma capaci di prendere forma umana.

Per la distruzione di questi si è costituita un’organizzazione che, con del sangue di Yoma, rende alcune ragazze guerriere formidabili, in grado, a seconda della loro abilità, di eliminare anche decine e decine di Yoma da sole. L’unico inconveniente è che quando perdono il controllo, rilasciando troppo del loro potere demoniaco, si trasformano in mostri orribili, denominati Risvegliati, che sono di gran lunga più forte dei normali Yoma.
Claire, la protagonista, è una di queste guerriere, segnata da un passato estremamente drammatico. Cresciuta con uno Yoma, è stata maltrattata per gli anni dell’infanzia nell’omertà del villaggio in cui viveva finché i suoi abitanti non hanno deciso di liberarsi dei mostri della zona ingaggiando una Claymore. Quando, dopo esser stata respinta più volte, riuscì a guadagnarsi l’affetto di Teresa, la Claymore ingaggiata dagli abitanti del villaggio, sembrò che la sua esistenza si fosse volta al meglio. Le cose però non andarono nel verso giusto …
Dal punto di vista delle tematiche quest’anime, almeno nella prima metà, si rivela addirittura migliore di Berserk. Il rapporto che Teresa con Claire prima, e Claire con Raki poi, instaurano è simbiotico: entrambi trovano nell’altro la propria raison d‘etrè, illuminando così di luce nuova la buia e triste vita che prima conducevano. Il caso di Claire è forse anche più interessante: questa infatti si troverà a scegliere tra lo scopo per cui è sempre vissuta, vendicare Teresa, e una vita meno acre, non segnata dall’odio e che trova nell’affetto per Raki la propria ragione.

Quando le cicale friniscono Higurashi No Naku Koro Ni ovvero "Quando le Cicale Friniscono" ad Hinamizawa, piccolo paese di provincia apparentemente paradisiaco, si scatenano i peggiori istinti di alcuni ragazzi, spingendoli a compiere omicidi efferati con la stessa leggerezza con cui farebbero una partita a carte. Questa serie, proposta in Giappone nel 2006 con un buon successo, tanto che ne è stata già mandata in onda la seconda stagione ed è in cantiere la terza, è uno degli anime horror più riusciti degli ultimi anni. Vediamone le cause. Innanzitutto la sua struttura abbastanza insolita: si divide infatti in più archi narrativi, che sembrano non essere collegati tra loro se non dai protagonisti, il luogo e il tempo dell’azione, sempre i medesimi ma con notevolissime varianti.

I carnefici diventano le vittime, queste dei “demoni” assassini e, almeno nella prima seria, non ne viene neanche rivelata la causa, lasciando così lo spettatore con molti dubbi, indotto alla visione del proseguo ma comunque pienamente soddisfatto del modo in cui ha speso il suo tempo: i personaggi sono infatti caratterizzati perfettamente, non avrebbero bisogno di una ragione esterna per compiere i loro gesti ma si fa intuire che c’è. Ad impreziosirlo ci sono le musiche, firmate Kenji Kawai, e l’eccellente stile grafico, molto particolare e del tutto inusuale per il genere, davvero un punto in più nel giudizio finale. Ecco.
Vista cosi è molto semplice. Era il passe-par-tout. Perdonare il prossimo, mantenere le promesse, rifiutare la tendenza a diffidare, quasi la chiave magica per evitare ogni tragedia.

Shigurui Castello di Suruga, prima metà del 1600. Si sta svolgendo un torneo di scherma che resterà impresso a fuoco nella memoria del Giappone per violenza e crudeltà. Per la prima volta infatti non si combatte con le classiche katane di legno, bensì con spade vere… A distinguersi, tra lo stupore dei più, Fujiki Gennosouke e Irako Seigen, entrambi accompagnati da una donna e con gravi menomazioni: al primo manca un braccio, il secondo è addirittura cieco e zoppo. Un attimo prima che lo scontro tra i due cominci si apre però un lungo flash-back, che ci accompagnerà fino alla termine dell’anime (evidentemente lasciato aperto a eventuali seguiti). Viene raccontata la difficile storia dei due, marcata fin dall’inizio da un rapporto di odio e rivalità, sullo sfondo della scuola Kogan, di cui sono entrambi allievi. In questa le dure norme dell’epoca, già di per se abbastanza inumane, vengono abbondantemente superate: a regnare al suo interno sono brutalità, barbarie, disumanità, maschilismo e soprattutto follia, appunto Shigurui.

L’anime si rivelerà molto interessante, riuscendo a narrare con immagini di rara crudezza le vicende dei due, ricreando appieno, grazie anche alle musiche e alla sapiente regia, il clima di paura e tensione che sempre regna. Unici difetti, ma non per tutti, sono la lentezza e l’eccessiva crudezza di alcune scene, non tanto quelle di combattimento, comunque degne del più sanguinoso degli splatter, bensì quelle a sfondo sessuale, in cui spesso le donne vengono apertamente e drammaticamente considerate come oggetti, nient’altro che dei contenitori per il miglior seme reperibile sulla piazza.
Se quest’anime vi ha affascinato, in attesa d’un eventuale edizione italiana, potete godervi il manga pubblicato in Italia da Planet Manga nella collana Manga Universe e ormai giunto all’ottavo numero...

Fonte:

Nessun commento: