La casa editrice Planet Manga ha più volte annunciato in queste settimane, che saluteremo la collana MANGA 2000 il mese prossimo, con la pubblicazione del numero 7 di JUNK, ma i titoli che la compongono non subiranno alcun intoppo di sorta, se non quello dello spostamento nel canale delle librerie su testate monografiche. Il primo manga presentato in questo “nuovo corso” sarà un’opera che manca nelle nostre fumetterie da un anno esatto, dopo l’ultimo numero edito nel maggio del 2007.
Pochi manga possono dire di poter entusiasmare come GANTZ di Hiroya Oku, nonostante l’irresolutezza di numerose questioni dopo ben 19 tankobon, una trama intricatissima e sempre più misteriosa, l’impossibilità di comprendere chi o cosa sia l’essere arcano il cui nome dà il titolo all’opera.
Oku stupisce per l’efferatezza e la realisticità delle sue ambientazioni, affronta con toni provocatori tematiche scottanti quali il bullismo scolastico, l’ipocrisia sociale, l’esistenza del paranormale, i fenomeni di follia collettiva che talvolta toccano la realtà giapponese e, in ultima analisi, il concetto di post-mortem.
Ciò che è assurdo e geniale di questa storia è che i protagonisti combattono per la loro quotidianità, per vivere un giorno in più, per non morire in maniera definitiva ma restare attaccati alla speranza che una vita “in affitto” e sempre a rischio di sfratto possa tornare finalmente “normale”.
La morte si configura così come un’ultima chance, un bivio che può portarci a rinunciare definitivamente a una vita spesso sottovalutata, o a lottare strenuamente per qualcosa che solo troppo tardi si è compreso essere prezioso.
Ulteriore paradosso dell’opera di Oku è che il diritto alla vita si guadagna stroncando vite. L’assassinio, la guerra, la caccia, divengono passi ineluttabili per poter guadagnare la propria normalità. In una folle estremizzazione del concetto “si vis pacem, para bellum”, Kei e gli altri protagonisti tingono le loro notti del sangue di popolazioni aliene, diverse, per le quali essi non provano un briciolo di pietà. Il concetto di giustizia e ingiustizia cede il passo alla sopravvivenza, e poco conta se sia giusto o no uccidere: dinanzi alla morte la possibilità di una scelta sembra vanificarsi. Pur dopo gli incredibili colpi di scena del numero 19, siamo certi che nessuno di voi abbia mai seriamente pensato che fosse “finita così”…
Preparatevi a un clamoroso ritorno all’al di là, a giugno, con GANTZ N.20!!!
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