È giunto al capolinea il pregevole seinen di Satoshi Fukushima.
Lo scorso 15 Ottobre le pagine del numero 8 di Haruta hanno ospitato l’epilogo di Nina Stardust (Hoshikuzu Nina), seinen sci-fi di Satoshi Fukushima.
L’opera debuttò sul numero 10A di Fellows! dell’Aprile 2010 e ha
accompagnato la rivista della Enterbrain anche nel rilancio dello scorso
Febbraio quando cambiò nome (Haruta appunto) e periodicità (da bimestrale a dieci uscite l’anno).
Al momento i capitoli sono stati raccolti in tre volumi; il quarto dovrebbe quindi essere l’ultimo.
In Italia l’opera è pubblicata da J-POP:
In un mondo molto simile al nostro ma con particolari
completamente diversi, come un sole e una luna che parlano, balene che
volano nel cielo e motorini che tentano di seguirla, un robot
abbandonato in una discarica va incontro a una serie di avventure che lo
lasceranno rotto e senza memoria finché non viene trovato da una
ragazza di nome Nina, a cui chiederà di diventare la sua padrona e di
cambiargli, ogni volta che sarà necessario, la batteria di modo che non
si spenga e che soprattutto non perda la memoria. La ragazza risponde
che diventerà sua padrona solo se gli prenderà una stella. Non
potendo,il robot raccoglie per lei un detrito, dicendo che la stella è
un pianeta che vediamo brillare piccolo e lontano nel cielo, e dato che
anche la terra è un pianeta, si poteva considerare che quella pietra
fosse un pezzo di stella. Nina continuerà a rifiutare di essere la sua
padrona, ma accetterà di essere la sua maestra, in modo da insegnargli
le cose che ha dimenticato, e lo chiamerà Hoshikuzu. Per tutti gli
amanti delle calde atmosfere e dei personaggi che ricordano le
fantastiche storie di Hayao Miyazaki e de Il Mondo di Ran, non perdetevi le tenere avventure di un piccolo robot in un mondo dove niente è impossibile!
A questo link la recensione.
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