Il fiore millenario arriva in Italia, grazie alla Planet Manga, a partire dal mese di febbraio.
Il fiore Millenario - Joou No Hana - uscirà in Italia da febbraio con queste caratteristiche: 11,5×17,5 al costo di 4,50 euro. Opera originale di Izumi Kaneyoshi, pubblicato sul magazine Betsucomi della casa editrice Shogakukan dal 2008, in 8 volumetti e in corso.
Come sempre, ecco un accenno alla trama:
moltissimo tempo esistevano delle terre chiamate Sou, Kou, Do e Ah. Il
re di Ah ha sposato una donna bellissima del regno di Kou e subito dopo
un’altra di Do. In questo modo è stata creata un’alleanza tra i tre territori.
Sfortuna ha voluto che la regina di Kou abbia messo al mondo una
fanciulla, mentre quella di Do un principe che erediterà la carica. La
regina di Kou, malata e sofferente, insieme alla figlioletta, la
principessa Aki, vengono confinate nel palazzo nelle stanze più remote,
quasi venendo dimenticate.
Un giorno la giovanissima principessa Aki incontra uno schiavo di nome Hakusei,con capelli del colore del grano o occhi del colore
del cielo. Il giovane si dichiara al servizio della piccola principessa,
sostenendo che sarà sempre al suo fianco. Il giovane le promette di
insegnarle le “sei arti”. Passano sei anni e la giovane cresce sana e
felice: quando viene organizzata una caccia il padre la sprona a
partecipare, al fine di dimostrare la sua abilità. Aki umilia letteralmente il fratellastro, il principe di Do, la cui madre si altera a tal punto da avvelenare la mamma di Aki. Alla fanciulla non resta più niente, viene cacciata da palazzo ma promette di tornare:
al suo fianco solo l’amico ormai di sempre Hakusei. Riuscirà Aki a
riconquistare ciò che le appartiene? E sconfiggere l’immensamente
antipatica regina di Do con il suo noioso figlio molle e senza spina
dorsale?
Un manga in “costume” ambientato in tempi antichi. Nulla a che vedere con altre letture assai più curate.
La storia pare interessante nonostante la lettura risulti a volte
pesante e con lunghi dialoghi. Scanzonata la protagonista, forse fino
all’eccesso: il personaggio della principessa ribelle è un po’ uno
stereotipo. Peccato che non venga maggiormente curata la vita di
palazzo. Per quel che ho letto, per il momento, l’opera è senza infamia e
senza lode: certo non è viva la curiosità di divorare le pagine una
dopo l’altra.
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